Il ritorno all'essenziale, rinunciando a tutto ciò che il consumismo ci propone come necessario, è un esercizio che avvicina chi lo mette in atto a una crescente energia calamitante, che da una parte rafforza l'identità dell'essere umano, dall'altro attira calamitando tutte le positività che - manifeste o nascoste - stanno attorno ad esso.
Accumulare cose materiali o morali rende deboli, in effetti, anche se l'illusione ci fa credere di crescere; la fatica del portarle e del viverle non emerge a causa del piacere del possederle, del goderle e del sentirsi grandi con esse, superando chi non le possiede.
Il togliere pian piano in esercizio di rinuncia questo bagaglio rende liberi e indipendenti da ogni logica di potere, piacere e grandezza che può condizionare, mentre fa valere l'identità piena di chi sceglie questo percorso.